E nel pelligrinaggio tra l’amore “letterario” e l’Arena, vi chiederete se c’è una strada del gusto. Le delizie non mancano in tutto il menù. Tra i primi
piatti tipici si distinguono sicuramente i “Bigoli con le sardelle”, “Gnocchi di patate e sedano rapa di Verona” o anche “zucchero e cannella”, ed ancora la “Minestra di creste di gallo” , tante ricette con la polenta, con il rico e zuppe di tanti tipi, come quelle di “Gardesana” o “Russole”. In più secondi di pesce, carni e cacciagione, come “Luccio in salsa”, “Brasato all’amarone”, “Quaglie alla scaligera” o “Rane fritte”. Grande poi il panorma di dolci: dalla “Brassadela veronese”, una sorta di ciambellone caratterizzato dall’uso della grappa, al “Bole” con la farina di castagne, o la “Cotognata”, la “Potòna” e i “Rufioi” c’è solo l’imb arazzo della scelta.
Per concludere come non passeggiare un po’ nella piazza più antica di Verona, “Piazza delle Erbe”, oppure nella più grande, sempre nel centro storico, ovvero “Piazza Bra” ( dal longobardo “Breit”, ovvero “largo”). E poi c’è sempre l’ Adige, che permette di passeggiare sui suoi argini e sponde, e, attraversando i suoi bellissimi ponti, permette di approdare sulla sponda sinistra, dove si schiude la cosidetta “altra Verona”, ovvero “Veronetta” ( da “Veronette” così come fu ribattezzata da Napoleone!) ricca di tesori e suggestivi scenari.
Partendo da “Ponte Pietra” ci si trova davanti allo “Scalone di San Pietro” e alla caserma austriaca “Castel San Pietro”; poi c’è la chiesa di “San Giovanni in Valle” e scendendo verso via “Santa Maria in Organo” si arriva alla Chiesa omonima che, a detta del Vasari pare fosse “la più bella d’Italia”.
Ed ancora il “Giardiano Giusti” uno dei più bei esempi di giardino rinascimentale all’italiana, una sorta di paradiso del verde e, alle spalle del “Duomo”, il “Palazzo del Vescovado”, dove si racconta che Giovanni Della Casa abbia iniziato a stendere il manuale delle buone maniere, il “Galateo”.
Verona che ha dato i natali a molti nomi importanti della cultura, come Emilio Salgari, papà di Sandokan, con il suo primo successo “La tigre della Malesia”, pubblicato a puntante nel 1883, sul quotidiano veronese “La Nuova Arena”.
Infine, per strizzare l’occhio al folklore e al divertimento non va dimenticato il “Carnevale veronese” del “Venerdì Gnocolar”: una sfida gustosa ad elegger il “Papà del Gnocco”!