Orvieto

Foto di copertina: ©valtercirillo/pixabay.com

Il “pozzo di San Patrizio” è diventato un riferimento tradizionalmente usato per definire una riserva

Pozzo di San Patrizio- ©Henri Sivonen/flickr.com

sconfinata, oppure, secondo altri, proprio perchè illimitato, “senza fondo”, inutile da riempire. Ma il vero “Pozzo di San Patrizio” è una storica struttura costruita da Antonio da Sangallo il Giovane nella splendida città di OrvietoMaps-icon-small, nel lontanto cinquecento.

 

Scalino dopo scalino percorrendo le due rampe elicoidali, sembra di scendere, come presi da un vortice, nel cuore della terra e riemergere, con un po’ di affanno per i meno allenati, da quelle stesse viscere. In una sensazione che mescola magia e curiosità, percorrere quei cinquantaquattro metri di profondità,  per tredici di diametro, scavati nel tufo, dà davvero l’impressione di scendere in una dimensione altra, con la costante tentazione, alla quale facilmente i visitatori cedono, di contare gli scalini. Duecentoquarantotto gradoni, illuminati da settanta finestroni ed è subito un’atmosfera sacrale, immersi come ci si sente in una cavità profonda, decisamente poco adatta ai claustrofobici.

Ma chi c’è stato vuol tornarci e lo dimostra l’usanza degli ultimi anni di gettare, una volta arrivati in fondo, una monetina proprio con l’auspicio di visitarlo nuovamente.

Pozzo della Cava

Altro pozzo noto è quello cosidetto “della Cava”Maps-icon-small. Profondo solo, si fa per dire, trentotto metri, si trova in un complesso ipogeo di nove stanze comunicanti che regalano alla città affascinanti luoghi suggestivi. A pianterreno è possibile trovarsi di fronte alla “fornace” con frammenti di maiolica gettati perchè difettosi; ci sono dei pozzi medievali usati per gettare ossa e rifiuti, detti i “butti”; una “tomba etrusca” trasformata in un “follone”, un marchingegno per lavorare i tessuti. Ed ancora una “cisterna etrusca”, una “cantina” per conservare il “vino dei papi e dei re”, così come era riconosciuto il vino di Orvieto in epoca medievale, il Pilastro della torre” nella “Sala della muffola” e tanti cunicoli.

Un’antichità palpabile centimetro dopo centimetro, sospiro dopo sospiro, che convive perfettamente con la contemporaneità delle tendenze, come, ad esempio, il tradizionale presepio allestito, ogni anno,

Chiesa di Santi Andrea e Bartolomeo-©Pug Girl/flickr.com

dall’antivigilia di Natale fino alla domencia dopo l’Epifania, allestito proprio nell’ultima sala del Pozzo della Cava.

Insomma un mondo da scoprire con passione quello immerso nella suolo della città umbra che fa del suo sottosuolo profonda ricchezza e fiore all’occhielo, come ancora nel caso anche della “Chiesa di Santi Andrea e Bartolomeo”Maps-icon-small, che incarna anche un punto di riferimento importante per la vita cittadina, posta in Piazza della Repubblica nel centro storico. Gli scavi archeologici che ne impreziosiscono le cavità, a cui è possibile accedere con visite guidate, conservano antichi pavimenti musivi della basilica paleocristiana, pozzi e perfino alcune tombe.

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