Dal Trentino alla Sicilia, passando per la capitale, il motore di ricerca viaggi Skyscanner.it ha scoperto 10 città “straniere” in Italia. Dalle isole linguistiche greche alle comunità germaniche, passando per un quartiere turco sulle Alpi, un borgo dove si indossa il kilt e un giardino artistico che ricorda il Parco Güell di Barcellona, ecco 10 destinazioni per un viaggio sulla scia di culture diverse, senza dover uscire dai confini nazionali.
1. Gressoney-Saint-Jean / Valle d’Aosta
Iniziamo questo articolo sulle città straniere in Italia con una località montana unica nel mondo non solo per via dei suoi meravigliosi paesaggi alpini, perfetti per passare le vacanze sia in estate sia in inverno, ma anche per la sua parlata, la sua architettura e la sua cultura. Gressoney-Saint-Jean, nella lussureggiante Valle del Lys in Valle d’Aosta, è uno splendido comune ai piedi del Monte Rosa rinomato per essere la più importante isola linguistica tedesca appartenente alla Comunità Walser. È una comunità caratterizzata da un particolare dialetto alemanno: il Greschòneytitsch. Le antiche e tipiche abitazioni dei Walser, gli stadel, sono favolose costruzioni rurali che, con i loro tetti spioventi in pietra e gli interni caldi in legno, punteggiano le strade di montagna della zona. Per raggiungerle basta seguire le divertenti insegne stradali in dialetto.
2. Tarvisio / Friuli-Venezia Giulia
Le terre di confine nascondono sempre tante storie, soprattutto quelle terre di origine romana, un tempo abitate da popolazioni celtiche e poi passate
in mano alle popolazioni germaniche. È proprio dal Nord d’Europa che scendono i Krampus, i terrificanti diavoli dell’ex Impero Austro-Ungarico. Queste figure demoniache, dai denti aguzzi, lunghi peli e pesanti campanacci, accompagnano da secoli Sinterklaas, San Nicola, per le vie di Tarvisio (e nel resto del Tarvisiano, come Malborghetto, Camporosso e Pontebba), rendendo questa cittadina del Friuli-Venezia Giulia un prolungamento dell’Austria, quella più folcloristica e leggendaria. Per chi non teme questi spiriti silvestri dai grandi mascheroni, l’appuntamento è il 5 dicembre a
Tarvisio: una volta in piazza si verrà travolti dalle loro danze scatenate e un’atmosfera tutt’altro che italiana.
3. Moena / Trentino-Alto Adige
A Moena, un delizioso borgo alpino della Val di Fassa in Trentino-Alto Adige, si parla alla ladina, ma si festeggia alla turca! Leggenda vuole che un soldato dell’esercito ottomano fuggendo dopo la sconfitta di Vienna del 1663 trovasse ospitalità tra le case della “fata delle Dolomiti”, decidesse di non andarsene più. Questa storia leggendaria tocca il reale tra i vicoli di uno dei quartieri più pittoreschi del paese, il Rione Turchia appunto.
Non si può che rimanere sorpresi di fronte a una fontana pubblica sormontata dall’immagine del Turco di Moena con tanto di barba e turbante, oppure nel vedere affreschi cittadini raffiguranti sultani, mogli, servi e palme. A commemorare le vicende di questo bizzarro personaggio c’è la Festa di Turchia che, ogni anno ad agosto, accoglie i visitatori con leccornie trentine, odalische e il miglior kebab che si possa provare in Italia.
4. Gurro / Piemonte
Un piccolo mondo antico in provincia di Verbania dove si indossa il kilt, si suona la cornamusa e si beve il whisky. Questo è Gurro, un borgo alpino di
200 anime della Valle Cannobina in Piemonte, dove può capitare di vedere gli abitanti, in particolare le donne, portare con stile il tradizionale gonnellino a pieghe scozzese. Il legame con la Scozia risale alla Battaglia di Pavia (1525), quando alcuni soldati mercenari scozzesi sulla strada
del ritorno verso casa giunsero a Gurro e decisero di fermarsi entusiasti delle montagne e dei paesaggi locali che tanto ricordavano le loro Highlands. Oggi vi si trovano tante sorprese “alla Braveheart”, come il “circolo degli scozzesi” in piazzetta, un dialetto composto da circa 800 parole d’origine gaelica, abitazioni costruite con elementi architettonici scozzesi e un museo etnografico very Scottish.
5. Pescia Fiorentina / Toscana
Mosaici colorati, ceramiche sfavillanti, statue opulente, giochi d’acqua e prospettive audaci. Non stiamo parlando del gigantesco Parco Güell di Barcellona, disegnato dal grande architetto Antoni Gaudí, ma di un piccolo giardino italiano che tanto gli assomiglia e che dal vivo ricorda il meraviglioso complesso urbanistico catalano. Siamo in Toscana, in provincia di Grosseto, in località Garavicchio, nel Giardino dei Tarocchi, il parco
artistico opera di Niki de Saint Phalle. La brillante artista franco-statunitense sviluppò un’ispirazione talmente forte durante la visita al Parco Güell, rafforzata da un’incursione al Parco dei Mostri di Bomarzo, che decise di iniziare, in quest’angolo bucolico della Maremma, la costruzione del giardino in questione, dedicandolo però alle figure degli arcani maggiori dei tarocchi.