L’errore più comune tra chi decide di visitare Ischia, è quello di pensare che si tratti di una meta a misura di weekend. Suddivisa in sei municipi (Barano, Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lacco Ameno e Serrara Fontana) la maggiore delle isole Flegree, con i suoi 62.730 abitanti, è anche la terza più popolosa d’Italia, dopo la Sicilia e la Sardegna. In poco più di 46 km quadrati, si alternano attrazioni incredibili: dalle rinomate terme alle vie dello shopping, dalle spiagge alle sorgenti d’acqua bollente, dalla ricca e coloratissima vegetazione ai migliori ristoranti napoletani.
Tra le innumerevoli proposte termali che contraddistinguono l’intera isola (il Poseidon ed il Negombo sono i centri più vasti e attrezzati) ce n’è una gratuita ed unica per effetti benefici e suggestività: la Baia di Sorgeto. Incassata in un’insenatura del comune di Forio, tra rocce brulle e sprazzi fioriti, è un vero e proprio parco termale all’aperto. Raggiungibile sia via mare che a piedi, lungo una ripida rampa di scale che parte dal Borgo Panza (ed è forse per questo se è meno frequentata di quanto ci si aspetterebbe in un posto simile), è uno dei punti più caratteristici di Ischia.
Le sorgenti bollenti si miscelano all’acqua ghiacciata del mare, il cosiddetto bagno Kneipp, che sull’isola però avviene in maniera naturale. In una delle piccole vasche da cui sgorgano le acque, frequentate dalle persone del posto anche in pieno inverno, gli isolani amano cucinare uova, patate e frutti di mare. Una pratica del resto molto comune anche dove sorgono le Fumarole, nei pressi della spiaggia dei Maronti.
Per chi ha deciso di restare ad Ischia più di un paio di giorni, un’escursione imperdibile è quella sulla cima del monte Epomeo, alto 788 metri e situato esattamente al centro dell’isola dalla cui sommità si può ammirare un panorama mozzafiato. Oltre ai 34 km di linea costiera a forma trapezoidale, sono infatti ben visibili l’intero golfo di Napoli, le vicine isole di Capri, Procida e Vivara, e buona parte della riviera tirrenica. Arrivare sulla vetta di quella che in effetti è l’ultima porzione rimasta in superficie di un vulcano sottomarino, è una passeggiata particolarmente piacevole che però richiede un discreto allenamento.
Una strada asfaltata di recente consente infatti di arrivare in auto fino alla zona militare, in località Fontana, dopo di che bisogna necessariamente proseguire a piedi lungo un sentiero che, nell’ultimo tratto, diventa particolarmente ripido. Superata l’ultima cresta costituita da un grosso e suggestivo masso di tufo verde, si viene travolti da un vento fresco e pungente (non dimenticate una sciarpa o un foulard) e da quella sensazione di onnipotenza che contraddistingue ogni altura a strapiombo, specie se sul mare. Lungo il ritorno a valle si può inoltre visitare l’eremo di San Nicola o mangiare un pasto caldo in un suggestivo ristorante con terrazza.