Tabù e pregiudizi troppo spesso ci hanno tratto in inganno facendoci credere che, da buoni italiani, in qualunque Paese dell’est andremo mangeremo male. Basta con i preconcetti, è ora di scoprire la vera cucina ungherese i cui segreti sono un mondo tutto da gustare. Tanto per cominciare, quanto a dolci, l’offerta è veramente enorme.
Se ci si reca a Budapest non sarà raro, uscendo da una qualunque fermata della metro, essere rapiti da un delizioso odorino, simile a quello che si sparge in casa dopo aver infornato un dolce homemade. Se lo sentite, vuol dire che siete prossimi ad uno di quei piccoli e irresistibili gazebo in cui qualcuno sta preparando i kürtoskalács, appetitosi cilindri di pasta dolce da guarnire con tutte le leccornie disponibili sul mercato ungherese.
Come ogni eccellenza di street food che si rispetti, si mangia a passeggio per la città: quanto più la giornata sarà fredda, tanto più sarà piacevole gustarlo bollente e tenerlo tra le mani mentre fuma ed emana il suo aroma irresistibile. Ad andarne ghiotti, non sono soltanto i turisti ma anche le persone del posto che non è raro vedere in fila in attesa del proprio kürtoskalács.
Vin brulé e altri dolci – Un ruolo simile lungo le strade di Budapest viene interpretato anche da un altro sapore tipico, quello del vino caldo ungherese. Il gusto è pressappoco quello del nostro vin brulé ma per chi non è abituato ad aromi troppo intensi può risultare quasi sgradevole.
Per chiudere la rassegna dei dolci bisogna inoltre fare tappa in almeno due quartieri della capitale ungherese: la prima visita è a I Balta Köz, nei pressi del Castello, dove un buco di laboratorio dal nome difficile da ricordare, “Budavari Retesvar”, produce i migliori strudel di tutta Budapest. E non è solo della classica pasta sfoglia, uvetta, pinoli e mele che stiamo parlando, o della sua variante con le ciliegie, ma anche di una vasta gamma di varianti salate in cui spiccano i gusti formaggio e cavolfiore, oppure aneto e semi di papavero.
E se il brunch a Buda non vi ha soddisfatto, potete sempre prendere la metro ed andare a Pest, nel quartiere ebraico, dove al “Café Noé” la giovane Rachel prepara dolci home made ed il miglior Flodni di tutta l’Ungheria.
Non appena entrati nel baretto tipico ebraico, la specialità del posto vi balzerà subito agli occhi in tutta la sua grassezza: il Flodni è infatti una millefoglie i cui strati sono farciti con 4 ingredienti bomba ovvero marmellata di prugne, noci, mele e semi di papavero.
Gulyás, pörkölt, pane e pasta – A differenza di quanto si potrebbe pensare, gli ungheresi sono inoltre veri e propri divoratori di pane e pasta: il kenyér, come viene chiamato in lingua locale, viene utilizzato soprattutto per arricchire le zuppe tra le quali le più famose sono sicuramente il gulyás e pörkölt. Proprio come in Spagna con la Paella o in Inghilterra con il fish & chips, bisogna rifuggire dai luoghi turistici cercando di entrare magari in quelle taverne dove tutti i clienti sembrano del posto.
Tanto il gulyás originale, ovvero una densa zuppa di manzo, cipolle, patate e paprika, quanto il pörkölt, uno stufato molto simile al precedente che gli stranieri erroneamente chiamano gulasch, sono considerati piatti unici, completi e sufficienti per affrontare il resto della giornata.
Piuttosto comuni, ma forse non propriamente tipici anche gli gnocchi di farina (galuska) e la pasta all’uovo (tarhonya) il tutto irrorato sempre e comunque di paprika, considerata l’oro rosso dell’Ungheria.