Perdersi nel cuore di Firenze, sarebbe un po’ come sentirsi “Alice nel paese della meraviglie”. Il centro storico della città madre della lingua italiana, patrimonio dell’umanità, riconosciuto dall’Unesco nel 1982, basterebbe da solo riempire gli occchi di qualsiasi assetato viaggiatore, che, come nei più popolari immaginari collettivi sarà arrivato nella stazione centrale di “Santa Maria Novella”, dall’omonima coeva piazza e Basilica, canticchiando qualche brano successo.
Il motivetto è nelle orecchie di tutti, un po’ come tutti conoscono i simboli della “culla del Rinascimento” a metà tra la tradizione e amori intramontabili: il “Giglio”, i goal
della “Fiorentina”, ma anche un’affezionata occhiata alla prima pagina de “La Nazione” con un po’ di “Pan di ramerino” o una fetta di “Schiacciata dolce fiorentina”, magari con l’uva, ovvero la “Ciaccia”, in pasticceria o al bar. E poi c’è l’Arno di cui accogliere i suggestivi scenari dedicati dai “Lungarni”, meta di indimenticabili passeggiate, e l’essere concausa di estati molto calde ed inverni rigidi.
Il centro storico è davvero prezioso e percorrerlo con un gelato in mano farebbe ripensare anche alla genialità dell’invenzione dolciaria che, secondo alcune ricostruzioni, sarebbe proprio opera dell’architetto Ruggieri di Firenze. Sono pochi i passi che dividono Piazza del Duomo, Piazza della Repubblica e Piazza della Signoria ( ed infondo anche Piazza Santa Croce non è molto distante!) , col mestoso Palazzo Vecchio, con la Loggia dei Lanzi e la vicina Galleria degli Uffizi e poco lontano ancora la Cattedrale di Santa Maria del Fiore corredata dal Campanile di Giotto.
Un giro su se stessi è poco più in là, con passeggiate tra negozi di alta moda, magari percorrendo via dei Calzaiuoli, via
Tornabuoni, via Roma, via Ghibellina, non dimenticando tra l’altro che la Fortezza dal Basso, a Firenze, è la location dell’evento moda “Pitti”, nonché cartatteristici mercatini, come quello di San Lorenzo, ecco che appaiono i luccicanti ori di Ponte Vecchio che brillano dalle vetrine di minuscole botteghe, creando una location che dire romantica, equivale a rendere poco l’idea.
Ed il romanticismo, rimanda ai sogni, ed i sogni, si sa, son desideri e tutti sanno che passare la mano sulla “Fontana del Porcellino” ( in realtà un cinghiale!) ,a metà tra Ponte Vecchio e la Loggia del Mercato Nuovo, porta fortuna, in particolare se lasciando cadere la moneta dalla sua bocca, mentre si formula un auspicio in silenzio, essa riesce ad oltrepassare la grada sottostante. Un rituale che ha del magico, basti pensare che Hans Christian Andersen, dopo un viaggio a Firenze, dedicò proprio a questa statua una delle sue fiabe, quella dal titolo “Il porcellino di bronzo”.
E poi è tutto un’alzare e abbassare gli occhi tra Torri, Palazzi ( Pitti, Rucellai, Strozzi, Antinori, del Bargello etc.), Archi e, sulle colline e nelle campagna attorno a Firenze alcune delle dimore storiche dei Medici, offrono dipinti naturali al cui cospetto non è esagerato pensare di rimanere a bocca aperta. Anzi, se proprio di intende interrompere il respiro allora il panorama più bello su tutta la città è quello che si può abbracciare da Piazzale Michelangelo, nonché da Forte Belvedere e dalla collina di Fiesole.