Cronaca una mini crociera: 5 buoni motivi per raggiungere Barcellona in nave

hallComfort e relax – C’è Josè, autotrasportatore catalano che da anni percorre la tratta Barcellona-Civitavecchia in nave dimezzando spese e stress. Se ne sta al bar o nella sala delle slot machine con gli amici, quelli che ormai incontra ogni martedì. Poi ci sono Akiko e Fumio, giovane coppia di Tokyo, che per esplorare l’Europa hanno scelto un mezzo che desse loro delle lunghe tregue tra una metropoli e l’altra. La sala giochi, ad una manciata di metri dalla hall, è invece affollata dagli studenti del liceo classico di Velletri che, tra simulatori di guida e sparatorie, hanno praticamente dimenticato di essere in navigazione. I professori chiacchierano in tranquillità, chi legge un libro, chi sorseggia un tè. Oltre ad aver evitato aereo e metro al contempo, sanno che nel bel mezzo del Mediterraneo nessuno si perderà, né si concederà uno sballo di troppo: il personale non può somministrare alcolici ai minori di 18 anni, mentre nelle cabine non è consentito fumare.

IMG_20151114_132546Paura di volare – Alla Lupa, una stanza magica in cui tutto è a misura di folletto, c’è invece la piccola Elisabetta che disegna spensierata i parchi e le fantastiche case colorate visitate qualche ora prima. Il padre, che ha il terrore dell’aereo, la osserva da lontano, soddisfatto di aver potuto esaudire il sogno architettonico di sua moglie: Barcellona, Gaudí e le migliaia di sedute bizzarre sparse per l’intera città. Nella spa invece c’è chi soffre il mal di mare e combatte le onde con le bolle dell’idromassaggio, ammirando la navigazione attraverso una vetrata mozzafiato. Chi invece è indifferente tanto al cielo quanto al mare e punta soltanto al risparmio viaggia su confortevoli sedili, molto simili a quelli di un treno tradizionale.

IMG_7410Sicurezza – Centinaia di volti e di storie che si disperdono e si ritrovano nella hall, dinnanzi al tiggì. Chi segue il notiziario in italiano, chi ascolta uno speaker spagnolo, tutti rimangono allucinati nel vedere le immagini degli attentati di Parigi e si rincuorano pensando che forse, nel cuore del Mediterraneo, la terza guerra mondiale è ancora un’impressione lontana. Che forse, in nave, è ancora possibile viaggiare, persino con i propri figli al seguito. Trenta minuti di silenzio e poi ognuno torna ai fatti suoi, chi sfoglia il Grimaldi Magazine, chi ordina un caffè, chi pianifica il proprio tour per quando sarà di nuovo a terra, chi sale al ponte 11 per prendere una boccata d’aria e scoprire se quella macchia nera intravista dall’oblò della cabina era davvero un delfino.

IMG_20151114_155752Disintossicarsi dallo smartphone – La vita in mezzo al mare è così: rilassante e piena di pause, uno spaccato della fine dello scorso millennio quando non c’erano i social network e gli smartphone, sulla nave utilizzabili al massimo per un selfie. Niente squilli, né trilli, né notifiche o sms. Solo il silenzio o due chiacchiere con il proprio compagno di viaggio al quale in treno, magari, non avresti chiesto neppure: «come stai?». E se poi l’astinenza dalla rete è tanto violenta da non poter essere sopportata c’è la sala wi-fi che però, strano ma vero, è praticamente sempre deserta.

IMG_20151116_193245Flessibilità su valigie e bagagli – Neppure il tempo di rendersene conto ed è già ora di dormire, di svegliarsi, di scegliere tra mille l’abito da indossare dato chIMG_7405e, sulla nave, dimensioni e peso della valigia non sono un problema. Di improfumarsi con la propria fragranza preferita (neppure i liquidi sono soggetti a restrizioni), di fare colazione, di fare una corsetta in palestra, di provare a scambiare due chiacchiere con lo straniero di turno, di fare acquisti nella boutique oppure nel negozietto di souvenir, di consumare un pasto veloce oppure completo di antipasto e dessert e di risistemare i bagagli perché la terra è già di nuovo all’orizzonte.