Civita di Bagnoregio è uno stupendo ed affascinante borgo medievale in provincia di Viterbo, poco distante dal confine con l’Umbria, composta dalla cittadina più moderna Bagnoregio e da Civita il vero e proprio borgo. Queste sono collegate tra loro tramite un ponte pedonale di cemento armato lungo circa 600 mt, che attraversa i due profondi burroni del Rio Chiaro e del Rio Torbido.
La posizione della cittadella è particolarmente suggestiva in quanto questa è arroccata sulla vetta di un notevole colle, immersa nel silenzio della vallata di tufo circostante, come se fosse bloccata nel tempo e nello spazio. Proprio all’ interno di questa valle avviene la perenne erosione della roccia vulcanica, che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi, e che rende precaria la compattezza del borgo.
Per tale ragione morfologica, Civita è nota anche come “la città che muore” (espressione coniata dallo scrittore Bonaventura Tecchi), ma pur contando soli 16 abitanti dal 2011 ad oggi, è in compenso meta di un notevole flusso turistico ed è anche stata utilizzata varie volte come set cinematografico, qui vi recitarono il Principe Antonio de Curtis in arte Totò nel film i due colonnelli, contestazione generale con Alberto Sordi, e il racconto dei racconti di Matteo Garrone.
L’accesso al Borgo della Civita è a pagamento (3,00 euro nei feriali, e 5,00 euro nei festivi). Una volta attraversato il ponte e pagato “pedaggio” si accede al borgo attraverso la Porta Santa Maria, dove nella piazza poco distante si trova l’edificio principale, la Chiesa di San Donato. Costruita nel XVI secolo, custodisce al suo interno un Crocifisso ligneo del Quattrocento della scuola di Donatello, ed un meraviglioso affresco del Perugino. Alla base del campanile sono posti due antichi sarcofagi etruschi.
Nella stessa Piazza San Donato a giugno si svolge il Palio della Tonna, una festa di origine medievale che vede i fantini sfidarsi in una rocambolesca corsa ad anello.
Passeggiare in questo tortuoso dedalo, ricco di viuzze affacciate sul vuoto, di stretti vicoli, caratterizzati da archetti, cortili
alberati, piazzette, e da case ornate, dove al loro interno si trovano spesso graziose botteghe artigiane, ma anche ristorantini minuscoli e tipici dove è possibile pranzare (o
cenare), possibilmente prenotando con largo anticipo visto la notevole mole di visitatori.
L’ideale sarebbe visitare il borgo durante le tre serate gastronomiche che si tengono ogni anno durante l’ evento “Profumi d’ autunno”, per scoprire i migliori prodotti autunnali della Tuscia (funghi, tartufo, cinghiale e castagne) e approfittare dell’ apertura delle cantine per gustare dell’ ottimo vino novello.